Tra musica e immaginazione Fabio Masini porta in scena il 27, 28 e 29 luglio a Morciano di Romagna (Rimini) il suo spettacolo
Kirkos è uno spettacolo che, attraverso la musica, tende alla riscoperta di una meraviglia antica:osserva gli uomini, gli animali, le terre, mettendo a fuoco alcuni aspetti, con situazioni a volte al limite del credibile.
I personaggi che vengono presentati nell’arena, nella piazza, nel circo, nel cerchio e nel cilindro sono figure tipiche dell’arte circense nelle loro specificità, ma che immancabilmente ci rimandano all’uomo con i suoi vizi e le sue virtù.
Gli animali, che ormai da tempo sono stati banditi dai circhi, in Kirkos ci sono ancora tutti: tigri, leoni, pantere, giraffe, elefanti, zanzare, pulci e se la giocano alla pari con uomini e donne del circo, perché proprio attraverso il loro confronto avviene spesso il riconoscimento di un carattere, di una mania, di paure, di situazioni paradossali.
Il circo è nomade, racconta il mondo e lo va ad incontrare con i suoi carrozzoni, ma molti non sanno che nelle piazze di tanti paesi il circo è già lì attraverso i loro personaggi involontari che popolano la vita di quel borgo o città che sia.
Kirkos racconta l’uomo attraverso il coraggio del TRAPEZISTA o del TUFFATORE, la tenerezza, la goffaggine, l’inadeguatezza del clown SPARPAGLIO (con riferimenti ai grandi del cinema come Totò e Chaplin), la proiezione, attraverso il giocoliere TRE PALLE che tiene tutti col naso all’insù o con il domatore NANDO che sussurra alla pantera “fai piano che c’è gente, non farmi fare brutte figure!”.
Lo spettacolo attraversa tanti sentimenti ed umori in maniera a volte ironica, a volte appassionata, con l’intento di proiettare attraverso l’immaginazione una serie di filmati nella nostra mente che ci possano divertire e incuriosire.
Kirkos Opera, inedito e presentato in anteprima nazionale a Morciano di Romagna in occasione di FU.MO. – FU.turismo MO.rcianese, dal 27 al 29 luglio, è realizzato in collaborazione con la SanMarinoConcertBand, un’orchestra di venticinque elementi e due cantanti. Ad alternarsi, in qualità di solisti, saranno diversi ospiti in rappresentanza di disparati generi musicali, e provenienti da diverse città italiane. Il tutto si svolgerà su un palco di 100 metri quadri, ai lati del quale gli artisti della scuola del circo di Torino creeranno le suggestioni tipiche dell’arte, completando la narrazione epica e mitologica del circo. In alcune azioni musicali-teatrali sarà coinvolto anche il pubblico che diventerà dunque parte integrante di “Kirkos Opera.
“Le implicazioni culturali presenti nello spettacolo “Kirkos opera” sono molteplici, come molteplici sono le ragioni che hanno spinto sin dall’inizio dei tempi l’uomo a racchiudere in un cerchio delle attività umane che divertissero eo che facessero riflettere (teatri, piazze, strade) – spiega Fabio Masini -. Il collegamento di “Kirkos” col cinema è immediato e stretto, basti pensare a tutto il lavoro che Fellini dedicò al circo e al filmato da lui girato nel 1970 dal titolo “I Clowns”, o a “Circus” di C. Chaplin del 1928; anche se poi anche altri film traducono il concetto di circo a cielo aperto come “Amarcord” per il maestro di Rimini o “Il grande dittatore” per Charlot. I collegamenti tra circo e azioni futuriste di tipo teatrali e/o teatrali-musicali sono ovvi, uno dei grandi autori di collegamento tra tutti questi elementi lo si potrebbe identificare con il grande Petrolini. Futurismo, Cinema e Circo, un movimento artistico e due arti minori che si sono spesso intersecate, basti pensare a Moira Orfei (49 film di cui uno con Totò), Nando Orfei, lo zio di Titta nel Film “Amarcord”, Anthony Quinn nella figura di Zampanò nel film “La strada” di Fellini. Nello spettacolo “Kirkos opera” gli aforismi e le micro storie musicali e non, tipiche del senso futurista sono davvero molte, mescolate in una maniera coinvolgente e con più possibilità di lettura”.
”C’e’ qualcosa nell’atteggiamento poetico di Masini che si richiama legittimamente all’alto dettato di Boccioni: la fiducia nell’arte come progetto costruttivo che guarda al domani, e in quanto libero lavoro collettivo – commenta Michele Porzio, docente presso il Conservatorio ‘G. Rossini’ di Pesaro e collega di Masini -. Il lascito più positivo e ancora oggi vitale del futurismo, consiste infatti nell’aver chiuso con la vecchia immagine idealistica dell’artista chiuso in una torre d’avorio in solitarie meditazioni. Lavorare in gruppo, in un unico movimento teso alla realizzazione della stessa meta, sembra essere la metafora non solo del circo, ma anche della socialità implicita nel modo di lavorare di Masini e, almeno in parte, del futurismo”.